1983-1992
Per secoli l’interesse si è concentrato prevalentemente sul aspetto esteriore del uomo; forse è stata la scoperta della psicanalisi a portare anche l’ arte figurativa a rivolgersi da una visione esteriore ad una interiore. Sicuramente la fotografia insieme ad altre componenti ha dato un suo contributo a questo sviluppo.
Nacquero da un lato l’astrazione “geometrica” e dal altro quella “organica”. Così già nel 1898 l’architetto tedesco August Endell, rappresentante dello “Jugendstil”, proclamò: “ Sono a favore di creazioni che non rappresentano e non simboleggiano nulla, ma che agiscono attraverso forme liberamente inventate come la musica opera attraverso i suoni”
Oggi, alla fine del nostro secolo possiamo guardare indietro ad una vasta opera di lavori non figurativi. Scultori come Henry Moore, Constantin Brancusi e Hans Arp, menzionandone soltanto alcuni, ci hanno reso familiare un vasto universo di forme, che in fondo per noi umani è tuttora molto giovane e nuovo.
E’ in questo contesto, che vedo le mie sculture. Necessitano una libera interpretazione nella ricerca di una verità interiore e individuale del fruitore. Colgono il desiderio di formare un tramite tra l’origine e le possibilità future, un desiderio di armonia che si forma sempre dalla polarità della nostra esistenza, dal contrasto tra profondità e leggerezza, tra durezza e morbidezza, tra luce ed oscurità.
Marzo 1993